LA FELICE/TRISTE STORIA DI CESARE…

...DOPO DUE ANNI RITROVA IL PADRONE. MA RESTA CON NOI...

(in foto: Cesare in un collage di vita in cascina con i nostri volontari).

Mai nessuno di noi avrebbe potuto immaginare. Che la sua storia potesse essere questa. E che il felice epilogo per poco intravisto sarebbe invece finito nel nulla.

Lui che era un ex randagio (così sembrava!) raccolto malconcio per le strade della provincia di Avellino dopo che da settimane Antonella, una volontaria locale, lo vedeva aggirarsi tra la piazza e il semaforo, ormai pieno di rogna e sanguinante; lui che, mentre la nostra associazione - a distanza – si interessava delle sue sorti, era stato accalappiato finendo in un canile privato della zona; lui che si disperava nel box tanto da rovinarsi la gola a furia di abbaiare; lui che – dopo un mese di attesa, richieste e sotto il costante monitoraggio di Antonella- ha viaggiato verso la provincia di Pavia, al Nord, dove ad attenderlo ha trovato i nostri volontari; lui che da luglio 2015 era diventato di diritto uno dei 4zampe de Il Cercapadrone, amato, accudito, curato e in attesa di trovare un’adozione.

Il suo video “coccoloso” davanti al camino assieme ad un altro amico 4zampe (sempre visibile sul nostro sito e pagina fb) lo aveva reso “famoso” diventando virale e guadagnando articoli sui giornali: oltre 20 milioni di visualizzazioni su facebook e un passaggio a Paperissima Sprint lo scorso Natale!

A marzo di quest’anno la svolta fortunata: abbiamo deciso di sceglierlo come testimonial della nostra campagna 5xMille 2017: accanto alla sua foto sfavillante di cane felice, quella sofferente del suo arrivo da noi, ancora malato e provato. A questa foto - scattata da una nostra volontaria- a questa campagna on-line, Cesare deve il ritrovamento incredibile ed insperato del suo vecchio padrone.

Sì, perché a quanto pare Cesare un padrone lo aveva… lo aveva avuto per ben 8 anni!!! Ma – abbiamo scoperto solo ora - a seguito di un furto presso l’abitazione della sua famiglia, dove viveva tra poltrona e caminetto comodamente accompagnato al suo amico gatto, era sparito inspiegabilmente! Rubato, disperso per dispetto dai ladri… nessuno lo può sapere. La mancanza di microchip (!) aveva giocato contro il suo ritrovamento e ogni ricerca era stata vana.

Ma il suo giovane proprietario, due settimane fa lo vede sulla nostra locandina: come un flash a ciel sereno ha confrontato le sue vecchie foto con la nostra. Era lui… il suo amato Dado!!!

Non stiamo a descrivere il nostro stupore, la nostra gioia e, perché no, anche la nostra incredulità nel ricevere la sua chiamata. Ovviamente, abbiamo preso tutte le rassicurazioni necessarie, chiesto la documentazione di rito, visionato le foto. Era proprio lui!

Abbiamo quindi iniziato a chiamarlo Dado e la sua reazione ha lasciato pochi dubbi. Così come la descrizione caratteriale fatta dal ragazzo: conosceva bene il suo cane, era certo!

Antonella, la volontaria locale sempre rimasta in contatto con noi in questi quasi due anni, si è recata così a conoscere lui e tutta la sua famiglia, perché il ragazzo desiderava riavere con sé il cane che gli avevano regalato cucciolo quando era una ragazzino, ormai 10 anni fa! Sebbene non affidiamo cani così lontano, e men che meno in zone del Centro-Sud dove il problema randagismo e sovraffollamento dei canili è alle stelle, in questo caso eccezionale cosa mancava ormai se non predisporre il suo rientro a casa?

Cesare, ops Dado!, ha fatto parte della nostra vita per quasi due anni. E’ stato seguito con grande affetto dai nostri volontari e dagli operatori della cascina in cui vive assieme a tutti gli altri nostri cani. Non possiamo negare che ci sarebbe mancato durante le lunghe passeggiate nel verde assieme all’amico Bruno e agli altri 4 zampe, che avremmo ricordato la sua faccia buffa ed il suo abbaiare convinto ad ogni stimolo, così come la sua zucca dura ma terribilmente arguta quando qualcosa di suo interesse gli gira intorno. Lo avremmo affidato però felicemente alle cure del suo ex padrone, con Antonella che non avrebbe smesso di fare parte della sua vita “avellinese”.

Aspettandoci lunghi e frequenti aggiornamenti sul proseguo della sua vita felice.

Ma così non doveva andare. Controlli fatti, dubbi fugati, spostamenti organizzati, giorno orario e tempistiche… sabato prossimo era la data fissata per ricevere il ragazzo in cascina, predisporre il fatidico incontro con Dado e poi, se tutto fosse andato come ci si aspettava, affidargli il cane che era stato suo in passato.

Ieri mattina arriva invece la notizia shock: nulla di fatto, tutto bloccato, ragazzo e famiglia comunicano inaspettatamente che per dichiarati problemi familiari e di salute, non possono accogliere il cane. Dispiaciuti, rammaricati… ma questa è la situazione.

Il nostro racconto si ferma qui. Inutile dire cosa ci è passato per la testa, cosa abbiamo ipotizzato, cosa abbiamo chiesto, capito o non capito. La sola cosa certa è che la storia felice ed eccezionale di Cesare/Dado non ha avuto l’epilogo che tutti ci aspettavamo. La storia “da copertina” si è trasformata in pochi secondi in una forte delusione, quasi irragionevole e inaccettabile per tutti noi che ci siamo adoperati perché il ricongiungimento avvenisse.

Dado per fortuna non conosce la lingua umana, non ha sentito le parole di speranza che si scambiavano davanti a lui i volontari. Non sa cosa lo aspettava, sebbene siamo certi che da quando abbiamo iniziato a chiamarlo Dado in lui siano riemersi ricordi e forse l’illusione che questi “umani” avessero finalmente capito qualcosa.

Ora lui è e sarà per sempre Cesare, il nostro Cesare. E la sua storia, ci auguriamo, uno spunto per riflettere: sull’importanza del microchip, sul rispetto per il lavoro dei volontari… sulle occasioni perse, sulla casualità dell’esistenza e sull’opportunità – a volte – di avere il coraggio di agevolare quanto il destino suggerisce e regala. (5 aprile 2017)